La mente che gira in tondo

overthinking rimuginio ragazza con vortice di pensieri in testa

Ci sono momenti in cui la mente diventa una stanza senza finestre. I pensieri si rincorrono, si agganciano uno all’altro come fili intricati, e invece di sciogliersi si stringono sempre di più. Rimuginare è un movimento apparentemente raffinato: sembra un voler comprendere a fondo, un voler controllare, eppure nella sua eleganza nasconde una grande fatica.

È la sensazione di non potersi fermare: un continuo ripassare la stessa scena, la stessa parola, lo stesso dettaglio che non trova pace. Come un vinile graffiato che ripete la stessa nota, l’anima resta intrappolata in un ritmo monotono.

Chi vive questa esperienza spesso non la mostra: continua a sorridere, a lavorare, a tenere insieme i pezzi. Eppure dentro sente che qualcosa consuma energia sottile, come una candela accesa in pieno giorno.

Quando l’energia smette di lottare

Nei trattamenti Reiki ryoho tradizionali giapponesi vedo spesso questo: persone che arrivano con la testa pesante, la fronte corrugata, lo sguardo come sospeso in un altrove fatto di pensieri. Eppure, dopo pochi minuti di pratica, accade un fenomeno delicato: la mente non lotta più. Non viene “convinta” a calmarsi, non viene costretta — semplicemente, si posa.

È come osservare un lago in tempesta che, senza alcun intervento esterno, lascia che le onde si plachino e il fondale torni visibile. In Medicina Tradizionale Cinese, questo stato è la quiete del Cuore: quando lo Shen (la mente-cuore) ritrova la sua dimora naturale e smette di essere trascinato dai pensieri, il volto cambia, la pelle si distende, il respiro torna profondo.

Il metodo Reiki lavora senza sforzo: non si tratta di “fare” qualcosa, ma di permettere che l’energia si riequilibri. In quel silenzio ritrovato la persona sperimenta che non è obbligata a inseguire ogni pensiero: può anche lasciarlo andare.

La lettura energetica del rimuginio

Rimuginare, dal punto di vista energetico, è un segnale importante. Nella Medicina Tradizionale Cinese, i pensieri ossessivi e ripetitivi sono collegati all’energia della Terra, in particolare alla Milza e allo Stomaco. Sono organi che non digeriscono soltanto il cibo, ma anche le esperienze, le preoccupazioni, le immagini interiori.

Quando la Terra è appesantita, il pensiero diventa appiccicoso, non fluisce, si ripete senza trovare nutrimento. È come se la mente “masticassi” sempre la stessa cosa, senza mai poterla deglutire.

Durante un trattamento Reiki, questa condizione si percepisce come un eccesso di energia nella testa e un impoverimento del corpo, specialmente nel centro addominale. Il rimedio non è pensare di meno con la volontà, ma ridistribuire l’energia, portarla verso il basso, ridare spazio alla quiete naturale.

Per questo, nei trattamenti, uso spesso posizioni che nutrono il Cuore e l’Addome, affinché la persona ritrovi un radicamento dolce: quando l’energia scende, anche i pensieri si liberano.

Approfondisci la visione energetica e biologica del rimuginio, a fine video alcune domande “potenti” per aiutarti a leggere oltre il pensiero incessante.

Un piccolo rito quotidiano

Non serve un tempio per ritrovare silenzio. Anche nella vita di tutti i giorni, tra impegni e velocità, è possibile introdurre un gesto semplice che diventa un piccolo rito di liberazione. Ti propongo un rituale essenziale, fatto con oggetti comuni:

Occorrente: un quaderno, una penna e una candela.

Il gesto: accendi la candela e siediti in silenzio per un minuto. Appoggia le mani sul cuore, come in una delle posizioni di auto-trattamento che si apprendono nelle formazioni per diventare operatori Reiki Ryoho. Inspira profondamente, ed espira lasciando andare ogni tensione e rigidità.

Scrittura rituale: lascia emergere un solo pensiero che gira nella mente. Scrivilo, senza giudicare, senza cercare soluzioni. Trasferiscilo sulla carta come se lo affidassi a un contenitore esterno.

Chiusura: quando senti che è sufficiente, spegni la candela con un piccolo gesto consapevole. Questo atto segna simbolicamente la conclusione del ciclo del pensiero.

Ripetuto quotidianamente, questo rituale educa la mente a non trattenere: insegna che può appoggiare i pensieri fuori di sé. È un atto di pulizia sottile, un allenamento alla leggerezza, un modo per onorare il pensiero senza lasciarsene possedere.

Una conclusione che apre

Forse non serve smettere di pensare: i pensieri sono parte della nostra natura umana. Ma possiamo imparare a non abitare più nei pensieri che non nutrono. Possiamo trasformare il rimuginio in un messaggero che ci invita a rallentare, a scendere dal vortice, a riconnetterci al cuore.

Ogni volta che scegliamo un rito lento in un tempo veloce, ricreiamo una soglia: un passaggio in cui la mente ritrova spazio e il corpo ritrova respiro.

Frase-chiave: “Il vero silenzio nasce quando lasciamo andare la lotta con la nostra mente.”


E se senti che questo tema ti appartiene, puoi scegliere di ricevere un trattamento con metodo Reiki: un’esperienza che non si spiega ma si vive, un invito a far scendere la mente dal suo vortice e ritrovare radici nel corpo.

E per chi sente una chiamata ancora più profonda, esiste anche la possibilità di formarsi come operatore Reiki: non per imparare a “fare” qualcosa in più, ma per imparare a “permettere” che il silenzio diventi presenza, per sé e per gli altri.


Margherita Carli

Reiki Shihan (Master) | Ideatrice metodo viso Meili | Formatrice in Medicina Cinese | Insegnante Qi Gong e Meditazione

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