La mandibola che trattiene: tensione temporo-mandibolare, energia e il rituale con GuaSha
Quando la mandibola racconta
C’è un piccolo crocevia nel viso — la zona della mandibola, dei muscoli temporo-mandibolari, del legame fra orecchio, mento e collo — che spesso resta in silenzio, eppure custodisce una storia.
Per te che sei professionista, madre, operatrice olistica, terapeuta o semplicemente donna che vive in profondità, forse lo riconosci: quel filo sottile che tiene insieme mille impegni, mille attese, mille “farò” e “prima devo”.
La mandibola diventa la soglia della tensione — una soglia che trattiene, che resiste, che non si concede il respiro.
Non è solo una questione muscolare, non è semplicemente “stress che fa digrignare”: è un linguaggio corporeo che parla di controllo, di freni, di parole non dette, di energia che ha cercato spazio e si è trovata compressa.
E proprio qui, nella solennità di quel tratto che unisce la mascella al collo, possiamo incontrare una porta: quella del rilascio, del riconoscimento, della presenza.
Medicina Tradizionale Cinese: lettura energetica della mandibola
Nella visione della Medicina Tradizionale Cinese (MTC) la zona mandibolare è collegata a due flussi primari: il meridiano dello Stomaco e quello del Vaso Governatore.
Lo Stomaco non “digerisce” solo cibo: digerisce esperienze, emozioni, eventi che arrivano e devono essere trasmutati. Quando l’energia di questo meridiano si blocca, la tensione nel viso e nella mascella può diventare una manifestazione fisica di un’energia che “non sa uscire”.
Il Vaso Governatore, che corre lungo la linea centrale posteriore del corpo, è custode del nostro Yang, della nostra azione, del nostro movimento nel mondo. Un’energia in tensione qui può generare rigidità, irrigidimento, bisogno di controllo.
Così la mandibola tesa può dirci: “Sto cercando di gestire, di contenere, di non cedere”.
Quando osserviamo dal punto di vista energetico, non guardiamo solo muscoli e articolazioni: guardiamo un organismo che parla, che chiede spazio per fluire.
Decorso sulla testa del meridiano di Stomaco
Riflessologia facciale: la voce che risale dalla radice
Nel linguaggio riflessologico del Dien Chan© (multi-riflessologia facciale vietnamita), la mandibola si pone come una soglia che connette due poli fondamentali: la gola – spazio dell’espressione e della verità – e la zona lombo-sacrale, sede simbolica delle nostre radici, della sicurezza e della spinta vitale.
Quando la mandibola è contratta, il flusso energetico fra questi due mondi si interrompe: la voce non sale, la fiducia nel corpo non scende. È come se la nostra energia restasse sospesa tra ciò che vorremmo dire e ciò che temiamo di sentire.
Anche la tiroide, in questa prospettiva, partecipa al dialogo: organo-ponte fra espressione e metabolismo, regola il ritmo, la trasformazione, la capacità di “digerire” le esperienze e tradurle in azione coerente.
Una mandibola irrigidita può dunque rivelare non solo tensione muscolare, ma un’interruzione della comunicazione interiore: tra radice e parola, tra intuito e voce, tra azione e respiro.
Quando il viso si ammorbidisce, il collo si allunga e il corpo intero ricorda che parlare, agire, creare sono la stessa cosa: un unico gesto di vita che fluisce dal basso verso l’alto, e poi ritorna a nutrire la base.
Il rituale GuaSha per la mandibola e il respiro
Questo rituale è pensato per te che cerchi un tempo di cura autentica, non veloce: un gesto che si ripete, che sostiene, che collega corpo, respiro e immagine. Usa oggetti semplici, facilmente reperibili: una pietra GuaSha (o simile), un olio leggero viso/collo, uno specchio se lo desideri.
Durata: 5-10 minuti.
Frequenza: 2-3 volte a settimana oppure quando il corpo lo chiede.
Preparazione
Siediti in un luogo calmo, con la luce morbida. Respira profondamente per 3-4 cicli, e lascia che il corpo si appoggi al respiro.
Applica sul viso e sul collo un velo di olio naturale — mandorla dolce, jojoba, o un mix leggero che nutre senza ungere. Questo gesto è un atto di cura, un invito al contatto gentile.
Movimenti
Utilizza la pietra Gua Sha: parti dalla base del mento, e con un movimento delicato ma deciso scivola verso l’orecchio lungo la linea della mandibola.
Inspira: senti l’apertura. Espira: accompagna il movimento, lascia che la tensione si sciolga.
Ripeti 3-5 volte per lato, ascoltando le zone che risuonano: se senti una leggera resistenza o una zona più rigida, resta lì qualche istante. Non forzare, ma invita al rilassamento.
Continua con movimenti dal collo verso la clavicola, per favorire il drenaggio e il ritorno dell’energia in basso: ricorda — non si tratta solo del viso, ma del corpo tutto che cerca centratura.
Rito di chiusura
Chiudi con 1-2 minuti di mano sul cuore, occhi chiusi, respiro profondo. Lascia che l’energia si stabilizzi, che il corpo accetti il rilascio.
Suggerimento: puoi accompagnare il gesto con una frase silenziosa, ad esempio: “Lascio andare ciò che non serve” oppure “Accolgo la mia voce autentica”.
Per una guida visiva completa, troverai su YouTube un video dedicato al rituale: “Tensione mandibolare e GuaSha – Margherita Carli”.
Perché questo rituale fa la differenza?
Perché riconosce che la tensione mandibolare non è un problema isolato, ma un segnale del corpo che chiede attenzione.
Perché integra – e non separa – estetica, corpo, energia: non un “trucco rapido” ma un invito ad ascoltare.
Perché restituisce alla donna intenzione e presenza: non sei un corpo da gestire, sei un organismo che parla, che vive, che merita gentilezza.
Perché la pietra GuaSha diventa uno strumento di contatto, non di performance: il tratto non è frettoloso, è fluido, consapevole, materno.
Una soglia verso il respiro
La mandibola smette di essere una barricata, e diventa un ponte: tra la mente e il corpo, tra il trattenere e il fluire, tra la parola inespressa e il silenzio che racconta.
Quando permetti al muscolo di mollare, all’articolazione di cedere, all’energia di scorrere — accade che il corpo intero riscuote il suo diritto alla leggerezza.
In quel passaggio silenzioso, scopri che la forza non era nella tenuta, ma nella gentilezza del rilascio.
Lascia andare la presa: ciò che sei non ha bisogno di essere trattenuto.
Margherita Carli
Shihan (Master) Reiki Ryoho Seki Ji Do
Ideatrice e docente del metodo viso Meili
Riflessologa Dien Chan
Docente Medicina Tradizionale Cinese
Docente I Ching
Insegnante Qi Gong e Meditazione